Il fenomeno urbano e la complessita by Vaio Cristoforo Bertuglia Franco

autore:Vaio, Cristoforo Bertuglia, Franco [Vaio, Cristoforo Bertuglia, Franco]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

5.5. La globalizzazione e l’espulsione: l’economia nella città globale

5.5.1. Città mondiali e città globali

Le trasformazioni dello spazio urbano di cui ci siamo occupati nei capitoli precedenti, in particolare quelle legate al tramonto della città industriale di stampo fordista, sono alcuni degli aspetti dei mutamenti in corso: per comprendere quanto avviene è necessario riflettere sugli aspetti economici e sociali delle trasformazioni stesse. Le fluttuazioni dell’economia globale acuiranno alcune tendenze alla precarizzazione e alla crescita delle disuguaglianze già in atto nelle città. L’internazionalizzazione dei mercati del lavoro, i cambiamenti nella produzione manifatturiera, il progressivo smantellamento dei sistemi di welfare in quasi tutti i paesi sviluppati, nei quali, dagli ultimi decenni, erano in atto le politiche neoliberiste, hanno dato vita a un quadro, peraltro in continua evoluzione, che ha sconvolto gerarchie e consolidati equilibri territoriali. Se si prendono in considerazione i possibili scenari aperti dalla crisi, non si può non tener conto dell’accentuarsi del contesto di incertezza e di precarietà che caratterizza la città nell’epoca della globalizzazione. Si tratta di un fenomeno dai molti aspetti, che fa riconoscere le proprie radici in una vicenda storica precedente.

Gli effetti sulle città e sulle economie urbane della riorganizzazione del sistema produttivo, seguita all’apertura di nuovi mercati e all’innovazione tecnologica, sono stati di enorme portata. Il passaggio dal fordismo a un sistema di accumulazione flessibile del capitale (Harvey, 1989) ha comportato il tramonto del modello gravitazionale di organizzazione del territorio, nel quale il centro urbano e la periferia si opponevano gerarchicamente. Il ciclo di espansione fordista si era basato sulla localizzazione urbana dei grandi stabilimenti industriali, per sfruttare i cospicui vantaggi prodotti dalle economie di scala che ne derivavano. Ma con il prevalere delle economie di diversificazione, il cui punto di forza è la capacità dell’impresa di produrre e coordinare una gamma differenziata di beni e servizi, perlopiù indipendentemente dalla specifica localizzazione delle singole unità produttive (Dioguardi, 1985, 1995b, 2007a, 2007b), si è spezzata la simbiosi che, nell’epoca del fordismo, legava industria e città, quest’ultima intesa riguardo sia alla forma fisica sia alle caratteristiche della società che l’abitava (Davico L. e Mela, 2002; Mela, 2006).

Con il declino del fordismo, le città hanno assunto un nuovo ruolo strategico dovuto ai meccanismi stessi di funzionamento dell’economia globale. Le città sono entrate a far parte di un complesso di relazioni di potere, di quel potere che, come scriveva Foucault (1975, 1977), è una forma di relazione che circola continuamente nella società (si veda la nota 61 del capitolo 3), che si è svincolato dai meccanismi legati alla contiguità di territorio e ancor più dalla logica della continuità territoriale, strutturandosi invece in funzione di nodi di una rete transnazionale di città, e di flussi: flussi di persone, merci, capitali e informazioni, come hanno sottolineato numerosi studi sulle nuove funzioni di comando delle città nell’epoca della globalizzazione.

Come si è detto al paragrafo 2.5.5, Saskia Sassen ha reso molto popolare con il suo celebre libro del 1991, The Global City. New York, London, Tokyo, il nuovo concetto di città globale, come anche la

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